Carisma
“Omaggio novello al suo Immacolato Concepimento, per una giornaliero risarcimento degli oltraggi che si fanno a Dio,
e segnatamente con quelli dello smodato sensualismo”
“Omaggio novello al suo Immacolato Concepimento, per una giornaliero risarcimento degli oltraggi che si fanno a Dio,
e segnatamente con quelli dello smodato sensualismo”
La regola suprema della nostra vita è seguire più da vicino Gesù Cristo secondo la forma del Santo Vangelo, come ci è proposto negli esempi e insegnamento di San Francesco d’Assisi; in tal modo vogliamo donarci totalmente a Dio amandola sopra ogni cosa e vogliamo dedicarci con più impegno alla lode della sua gloria e all’edificazione della sua Chiesa (n. 2).
Chiamate ad una più stretta sequela del Cristo nello stato religioso, ci obblighiamo con voto a professare i consigli evangelici di obbedienza, povertà e castità, secondo la “Regola e vita dei fratelli e delle sorelle del terz’ordine regolare di San Francesco”, approvato dal papa Giovanni Paolo II, e secondo le Costituzioni (n. 3).
Il nostro Fondatore P. Lodovico Acernese si distinse per un amore singolare alla Vergine Immacolata; a Lei consacrò il nostro Istituto quale “omaggio novello al suo Immacolato Concepimento, per una giornaliero risarcimento degli oltraggi che si fanno a Dio, e segnatamente con quelli dello smodato sensualismo”. Faremo risplendere nella Congregazione e in ognuna di noi tale “omaggio” con una vita di totale consacrazione alla Vergine Immacolata. Guardando e imitando Lei, come eccelso modello di vita evangelica, vogliamo vivere e operare perla conversione e la santificazione delle anime, animando di generosa penitenza e di amorosa rinuncia tutta la nostra vita (n. 4).
La nostra Congregazione si propone come fine speciale:
– l’istruzione e l’educazione dei fanciulli, della gioventù, specialmente femminile;
– l’insegnamento del catechismo;
– la collaborazione pastorale nelle parrocchie;
– le missioni;
– le iniziative assistenziali compatibili con lo spirito dell’Istituto e rispondenti alle necessità della Chiesa (n. 5).
La Congregazione delle Suore Francescane Immacolatine è legittimamente aggregata all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. In forza di questa aggregazione, le Suore per concessione apostolica godono di tutti i favori spirituali concessi dai Sommi Pontefici ai tre Ordini Francescani nonché a tutti i rami ed istituti che militano sotto il vessillo di San Francesco; inoltre hanno parte, così in vita come dopo morte, ai frutti spirituali derivanti dalle buone opere di tutti i componenti i detti ordini ed istituti francescani, il cui tesoro spirituale vogliamo arricchire con la nostra consacrazione e preghiera, opera di bene e penitenza. Figlie dello stesso Padre, procureremo di vivere in fraterna comunione di spirito con l’Ordine dei Cappuccini e con tutti gli istituti francescani, promovendo volentieri, con reciproca cooperazione, iniziative comuni di vita e attività francescane (n. 6).
Il nostro abito religioso, che porteremo sempre con decoro e devozione quale segno di consacrazione e testimonianza di povertà, è composto di una veste di color grigio-cenere, fermato alla vita dal cingolo francescano, e di un velo blu-celeste, che richiama al nostro spirito l’immagine di Maria Immacolata (n. 8).
Una spiritualità sgorgata dal cuore e dalla mente di un apostolo e di una giovane laica analfabeta.
Lo Spirito Santo spira dove vuole e investe della sua forza e splendore misterioso chiunque non oppone resistenza ai suoi divini disegni.
Teresa Manganiello, l “Analfabeta Sapiente”, si aprirà alle luci della grazia prima nel seno di una famiglia profondamente cristiana e poi soprattutto a contatto col Terz’Ordine Francescano, conosciuto a mezzo di P. Lodovico Acernese, il Frate Cappuccino che, profondamente convinto essere il Terz’Ordine Francescano un provvidenziale mezzo di riforma di una società sbandata e corrotta, lo andava diffondendo e istituendo ovunque potesse arrivare il suo zelo apostolico.
C’è da ritenere che l’incontro di Teresa con P. Lodovico non dovette essere affatto casuale – forse nulla è veramente casuale nella vita dell’uomo dal momento tutto ha creato ed è nelle mani di Dio. Un’affermazione che, forse, non tutti saranno disposti a condividere, a causa soprattutto degli orrori e dei peccati e delle nefandezze di cui detta storia è intessuta. Ma sapientemente è stato scritto che Dio scrive diritto su righe storte.
Di fatto, l’incontro di Teresa con P. Lodovico sarà fecondo di splendidi frutti. Teresa che aspira a vivere sempre più intensamente la vita cristiana, troverà in lui la guida santa e illuminata, che l’aprirà addirittura agli sconfinati orizzonti della santità eroica. Entrata nelle file del Terz’Ordine Francescano – “Prima Terziaria di Montefusco – confesserà subito di aver trovato un tesoro grande, da custodire con premurose cautele e sfruttare con l’ardore dell’anima assetata di Dio.
Ma Teresa, se riceverà molto, donerà pure abbondantemente al Suo Direttore Spirituale. Sarà lei, infatti, a suggerirgli l’idea di fondare una Congregazione, o a consolidarlo nei propositi facendogli superare paure e incertezze. E l’aiuterà non poco a realizzarne il disegno, per offrire a tante anime di buona volontà un ideale nuovo di perfezione evangelica e di apostolato a servizio della Chiesa secondo le istanze dei tempi.
Un ideale di vita che Teresa esperimenta e vive già nella sua vita, tanto che – pur senza vedere la Fondazione sognata – essendo morta prematuramente a soli ventisette anni, ha certamente contribuito a imprimere in quella che sarà la Regola e la spiritualità delle Suore Francescane Immacolatine quelle accentuazioni, che ne costituiranno in parte o in tutto le peculiarità, come quella della espiazione e riparazione. Per cui, se P. Lodovico è l’ideatore e il fondatore della Congregazione delle Suore Francescane Immacolatine, Teresa deve dirsene con tutta verità, l’ispiratrice. Da considerarla, quindi, come la “pietra angolare” e la “matrice spirituale”, la “Madre” che ha portata l’Opera nel grembo.
Nata dalla mente e dal cuore di P. Lodovico e dalla vita e intuizione di Teresa, la Congregazione delle Suore Francescane Immacolatine, nella sua organizzazione di vita di perfezione, si caratterizzerà in una spiritualità che sarà insieme francescana e mariana, riparatrice e sociale.
La Spiritualità delle Suore Francescane Immacolatine è da ritenersi, prima di tutto francescana a pieno titolo. Infatti la Regola “è propriamente quella del Terz’Ordine di S. Francesco d’Assisi modificata da Leone XIII e la presente (quella scritta al P. Lodovico per la sua Fondazione) varrà per le Suore in quanto sono Terziarie riunite in Comunità ed Immacolatine”.
la Regola e la vita delle Suore, cioè, sarà tutta permeata dello spirito di Frate Francesco, che vuole una radicale povertà e spogliazione di tutto come una risposta di amore a Dio, rivelatosi agli uomini come l’infinito e “folle” amore che dona tutto, soprattutto in Cristo Crocifisso. Una risposta d’amore per assomigliare nel modo più fedele possibile a Cristo, Verbo di Dio che, essendo ricco si fece povero per noi. Una vita, quella delle Suore, vissuta nella più perfetta vita comune. In merito, fissando per poco lo sguardo su vari episodi della vita di Teresa, come non rimanere gioiosamente sorpresi di come questa semplice contadinella, innanzitempo, come detto, e già prima della fondazione, viva “come una monaca”, nel silenzio del cuore, pregustando la gioia della spogliazione totale nelle sue quotidiane gravose occupazioni domestiche e nella più profonda comunione con Dio e i fratelli che le passano daccanto, diventando così “Maestra di vita”?
La spiritualità delle Suore Francescane Immacolatine deve dirsi mariana. Naturalmente il riferimento più vistoso all’Immacolata è dato soprattutto dal nome assunto, di “Immacolatine”, quasi a sottolineare la specialissima presenza dell’Immacolata Madre di Dio anche e particolarmente in ciascuno dei suoi membri, oltre che genericamente nella vita della Congregazione – con l’intento di “praticare ogni giorno un atto novello di religione, in omaggio speciale all’Immacolato Concepimento di Maria”, come atto di riparazione al Signore per tutti i peccati.. Tutto fa già capire che il mistero della Concezione Immacolata è visto un po’ come l’anima stessa della Congregazione
La spiritualità francescana è di per sé già eminentemente mariana. I Francescani scopriranno Maria non solo nell’amore ardente del loro Serafico Padre “folle” di amore per Lei per aver reso Dio nostro “fratello” e per averLa resa patrona e avvocata dell’Ordine, ma soprattutto nell’approfondimento del primato universale di Cristo. E la vedranno sua Madre Immacolata, redenta per prima e in maniera tutta singolare. Lo si sa, i Francescani si caratterizzeranno in maniera tutta particolare come gli invitti Cavalieri di tale sublime privilegio. P. Lodovico e Teresa vorranno la Congregazione, non solo mariana, ma votata, tutta, proprio al privilegio della Concezione Immacolata.
Si ha qui il connubio di due grandi idee. L’amore all’Immacolata, derivato soprattutto dal francescano P. Lodovico e la penitenza che, specie in Teresa, si estrinseca nelle tremende penitenze e riparazioni, specie in Teresa, diventano, sull’esempio dell’Immacolata riparazione di Dio, per i peccati del mondo.
La spiritualità delle SFI deve dirsi spiritualità riparatrice ed espiatrice. Ma ciò non tanto e non solo perché il suo regime di vita è piuttosto duro e disciplinato, costellano com’è di penitenza determinate, ma anche e soprattutto perché la Regola dispone che tutta l’attività a favore delle Figlie del Popolo sia un atto di amore all’Immacolata e risarcimento degli oltraggi fatti a Dio con i peccati. In pratica si vuole che tutta la vita della Suora sia, ogni giorno, una vita di continua penitenza e riparazione. L’espiazione e la riparazione sono volute per riparare i peccati ma in maniera particolare i peccati di sensualismo. Si ripara, cioè, soprattutto per l’impurità e il sensualismo, in quanto questo è il peccato più comune che investe la quasi totalità degli uomini. Detto peccato, scrive P. Lodovico, “abbraccia tutte le classi, copre tutti i tempi, si trova in ogni età ed inonda in tutti i luoghi… Disonora il divin Padre, cambiando in un sozzo animale quell’anima, che sforzo di onnipotenza creò a sua immagine. Ingiuria il divin Figlio… perché ne contamina le membra ossia i Cristiani dei quali è Capo… Oltraggia lo Spirito Santo, Spirito di purezza e di candore, perché lorda quei corpi che nel santo battesimo gli furono consacrati per tempio vivo dell’Immacolato suo Spirito…”.
Le Suore “Immacolatine” cioè non solo si uniranno a tutti coloro che, nella Chiesa di Dio, privatamente o collettivamente, dedicano la loro vita alla riparazione ed espiazione dei peccati del mondo, ma incentreranno questa loro azione riparativa sulla stessa Concezione Immacolata di Maria. L’Immacolata è la “consolazione” di Dio. Nel vederLa così bella, così pura, così ricca di amore, è vista Dio vi trova come la riparazione stessa che si contrappone al mondo.
Nel suo splendore immacolato Essa si costituisce, in qualche modo, come compenso e riparazione di tutte le offese arrecategli dagli uomini. Compenso e riparazione ai peccati di ogni genere, ma soprattutto di quelli sensuali, i più diffusi anche se non i più gravi. Le Suore Francescane Immacolatine faranno tutto con l’Immacolata e nell’Immacolata “per un giornaliero risarcimento” degli oltraggi che si fanno a Dio, riparare e opporsi alle fiumane di fango che travolgono le anime.
Il francescanesimo già si distingue per la concretezza dell’amore, aprendosi quindi a tutti gli orizzonti possibili di apostolato a favore delle anime. Sarà così anche nella Congregazione delle Suore Francescane Immacolatine. P. Lodovico – ed è facile che questo sia più proprio della sua mente – pensa a rendere concreta l’amore e la riparazione ai peccati, elevando anche e istruendo la Donna. Le sue Suore, infatti, avranno come fine secondario e proprio l’istruzione religiosa e profana alle figlie del popolo, insegnando loro il catechismo cattolico e “a leggere, a scrivere e far di conto”. In parole povere la promozione della donna, soprattutto quella più emarginata e umile.
Un compito – più che provvidenziale ai tempi di P. Lodovico e di Teresa, per la particolare situazione socio-politico-religioso – sempre prezioso e fecondo, specie quando impera come ai nostri tempi, la più totale ignoranza in fatto di fede e di religione. Un tentativo o uno sforzo ambizioso, volendo fare di ogni donna come una proiezione o immagine dell’Immacolata e di ogni Suora della Congregazione una “Immacolata” che si dona soprattutto alla donna dimenticata e bistrattata.
P. Antonio Maria Di Monda, OFM Conv.